martedì 8 novembre 2016

Listonemag di Ferrara mi intervista sulla mia India, sul libro, sulla vita ...

Una donna con bimbo, entrambi di professione religiosa Vaishnaita indù all'entrata del Ranganathaswamy Temple, Srirangam non lontano da Tiruchirapally (Tamil Nadu)

Vi offro uno stralcio estratto dalla mia lunga intervista per Listonemag.
Ringrazio Luci Vignotto per la cortese attenzione, ricordando quell'ora abbondante seduti in un caffè bolognese, chiacchierando di India, di me, di viaggi, del mio libro allora appena uscito, di progetti futuri.
Seguendo il link l'intervista integrale

Il mio libro, in libreria, negli store online come ebook, qualche copia ancora in mio possesso se lo richiedete volendo una dedica

In India ci passai un mese qualche anno fa. Tornata a Ferrara la domanda di tutti era sempre quella: allora, com’è? Non avevo una risposta, ma il punto interrogativo non si poteva eludere. Così balbettavo che sì, è bella, bellissima. Non ci credevo ma passavo oltre. Per essere sincera avrei dovuto problematizzare. Innanzitutto: l’India è il settimo Paese per estensione geografica al mondo, comprende un’area di oltre tre milioni di chilometri quadrati. Come faccio a sapere com’è l’India? In un mese avrò attraversato sì e no quattro provincie, ed erano pure quelle meno famose. Non ho visto il Gange, non ho visto il Taj Mahal, non ho visto il Rajastan, non sono nemmeno stata a Calcutta. E se anche dovessi esprimermi esclusivamente sui territori che ho avuto modo di visitare… come si può spiegare a chi non c’è mai stato che le categorie di bello e di brutto non valgono più? Si fa presto a dire Firenze è bella, Barletta è brutta. Ma in quel mese di autobus scassati ho visto neonati addormentati sui marciapiedi e le colline disegnate dalla geometria degli arbusti di the. Ultimamente a chi mi chiede ancora com’è, talvolta succede, rispondo che è difficile.
È difficile starci, è difficile orientarsi, è difficile capire come si sta e cosa si pensa, cosa si prova. Per questo mi è piaciuto incontrare Nicola: perché con lui non c’è stato bisogno di ripetere che “hey, è un maledetto grandissimo continente!”, non c’è stato bisogno di minimizzare, ridurre, sillabare. La complessità era un dato assimilato: non c’è stato bisogno di rispondere ad alcuna domanda, la discussione cominciava per entrambi dall’assunto che risposte non ce ne sono.
Nicola Tenani è un ferrarese, classe 1968, che il subcontinente indiano l’ha girato in lungo e in largo. L’ultimo suo viaggio è stato molto più di un viaggio: si è preso un anno di aspettativa dal lavoro e ha deciso di trascorrerlo in Kerala, regione a sud di Mumbai, sulla costa ovest, la stessa regione di pescatori e braccianti dove, nel 2012, vennero fermati per sospetto omicidio i marò Latorre e Girone. Nicola stava nell’entroterra, la sua base era Kolakadu, un piccolo villaggio di contadini a trenta chilometri da Trivandrum, la città principale. Assieme alla moglie ha lavorato come volontario per un’associazione che si occupa di aiutare vedove e bambini senza famiglia. Adesso è tornato in Emilia-Romagna, vive a Bologna, ma si sta organizzando per tornare, biglietto di sola andata.

(continua ...)

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